domenica 6 marzo 2011

Scoprire e bloccare chi utilizza la nostra rete wireless


Molte volte capita che la vostra connessione internet sia molto rallentata.
Le cause sono 2 o oggi ricevete una banda molto bassa o c'è qualcuno che utilizza la vostra linea wireless.
Per la seconda causa molte persone sottovalutano questo perchè è pericoloso se qualcuno sfrutta la vostra linea wifi.

I pericoli sono tanti faccio un esempio.
Magari uno sconosciuto usa la vostra linea wireless e si collega a internet minacciando un'alltra persona dai social network
la persona che ha ricevuto la minaccia decide di rivolgersi alla polizia postale che si occupa dei sopprusi via internet (pedofilia, truffe online, ecc..).
Dopo alcuni giorni di indagine la polizia postale non verrà dalla persona che ha minacciato ma da voi proprietari della linea wireless e voi come riuscirete a difendervi da falsi accuse ?


Per riccorrere a precauzioni allora per prima cosa occorre vedere chi utilizza la nostra linea wifi con un programmino gratuito.
Il programma lo potete scaricare qui.
Una volta scaricato e installato dovrebbe apparirvi questa schermata

la prima freccia indica di cliccare su Scansione completa per ricercare gli utenti connessi alla vostra linea wireless.
una volta completata in basso troverete tutta la lista degli utenti in particolare il suo indirizzo ip interno nella rete e il mac della sua periferica wireless in questo caso io ho nascosto i dati per privacy.
Ora che abbiamo capito che qualche scroccone utilizza la nostra linea è opportuno prendere precauzioni.
I consigli che posso fornirvi sono:
  • utilizzare una protezione WPA o meglio ancora WPA2 perchè sono molto sicure.
  • impostare il controllo dei mac ovvero che solo determinati pc che hanno quel mac address possono connettersi alla linea wifi
  • posizionare il modem wifi in un punto centrale della casa o dell'ufficio in modo che fuori non arrivi il segnale wifi.
Per i primi 2 punti consigli non sto qui a dirvi come si fa perchè per ogni modem il procedimento è diverso ma l'unico spunto che posso dirvi è di aprire il browser ed entrare nelle configurazioni del modem digitando sul barra degli indirizzi http://192.168.1.1/ e nella sezione wireless cambiare il tipo di protezione e il controllo mac o controllo accesso.
Nel caso 192.168.1.1 non dovesse funzionare basta andare sul libretto del modem e vedere l'indirizzo giusto.
In questo modo non avremo problemi da scrocconi.

martedì 1 marzo 2011

4° Giornata nazionale delle Ferrovie dimenticate “A spasso…nel Belice” da Partanna a Castelvetrano


È diventato oramai un appuntamento fisso quello con la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate nella Valle del Belice promossa da ADACIU – Associazione per la Cultura del Tempo.


Per il quarto anno consecutivo Adaciu aderisce alla kermesse nazionale organizzata, quest’anno in 75 eventi su tutto il territorio nazionale, dalla Confederazione per la Mobilità Dolce
CO.MO.DO. Dopo il successo delle scorse edizioni, Adaciu dà appuntamento  agli appassionati di trekking per il 6 marzo 2011 con una formula consolidata: una giornata di passeggiate naturalistiche a piedi, a cavallo e in bicicletta sul tratto Partanna-Castelvetrano della ferrovia dismessa Castelvetrano-San Carlo-Burgio.

L’appuntamento è a Partanna, nei pressi del suggestivo Castello Grifeo, per dare vita a 10 chilometri di escursioni su un tracciato che si sviluppa su altitudini intorno ai m 300 sul livello del mare con le punte minime di m 170 s.l.m. in corrispondenza della Stazione di Castelvetrano e di 400 m s.l.m. nei pressi di Partanna.


Il percorso ha inizio dal Castello Grifeo, importante testimonianza della dominazione normanna in Sicilia. Lasciato l'abitato di Partanna l’itinerario prosegue per 5 km verso est e, attraversato il fiume Modione con il suggestivo Ponte del Diavolo, si avvicina al sistema storico di Torre Bigini e della Vasca Selinuntina. L’ex ferrovia prosegue per altri 5 km fino a raggiungere la Stazione di Castelvetrano, sede dell’Ex deposito locomotive dove reperti di archeologia industriale testimoniano la storia dello scartamento ridotto nell’isola.



Ecco il programma dettagliato della manifestazione

A SPASSO… NEL BELICE

Ore 9.30  Raduno dei partecipanti presso il Castello Grifeo di Partanna
Ore 10.00  Avvio della passeggiata naturalistica sulla linea ferroviaria Partanna - Castelvetrano
Ore 13.00  Arrivo alla Stazione di Castelvetrano – Grigliata a cura di Adaciu                    
Ore 15.00  Visita guidata all’ex Deposito Locomotive presso la Stazione di Castelvetrano
Ore 16.00  Trasferimento al punto di partenza
Ore 16.30  Fine giornata e... arrivederci alla prossima!!!
Quote di partecipazione: adulti € 15, bambini fino a 10 anni € 10
La quota di partecipazione comprende: Gadget “Adaciu”, pranzo e materiale informativo, tessera “socio amico”, servizio di guida naturalistica, trasferimenti durante la giornata.
Si consiglia equipaggiamento da trekking. Il programma potrà subire variazioni.
Durante la manifestazione potete partecipare al concorso fotografico “A spasso... nel Belice”


Per informazioni e adesioni: adaciu@live.it  -  tel. 3201966525


Fonte: www.adaciu.it


Sfida Facebook con un virus... e poi Zuckerberg lo assume

La storia di Chris Putnam, 19enne annoiato dagli studi all'Università della Georgia, creatore di un 'worm' in grado di infastidire il social network di Mark Zuckerberg. In meno di 24 ore - e molte lamentele di utenti dopo -, è stato contattato dalla società. E infine assunto dal colosso di Palo Alto



C'è una nuova generazione al lavoro. Si muove e vive nella Rete, la crea da dentro, la gestisce. E' una generazione che sfugge alla comprensione della maggioranza, che segue proprie regole e inventa codici di accesso e di riconoscimento. Il suo linguaggio è stato tradotto per gli umani nel film di David Fincher, The Social Network, che ha raccontato la storia di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Un genio, un hacker, l'uomo dell'anno, il miliardario più giovane del pianeta e, soprattutto, un visionario. Difficile contattarlo e captarne l'attenzione, per riuscirci bisogna passare da codici, algoritmi, buchi neri, cavi e fantasiose scorciatoie.

La storia di Chris Putnam ne è la dimostrazione. Digitando questo nome su Facebook, appare una foto sfocata, e un "mi piace" sottoscritto da circa 30mila persone. Putnam è un hacker nato nel 1988 che ha sfidato con un virus il grande social network. Il suo scopo non era infastidire Zuckerberg, ma farsi notare. La sua avventura ha inizio nel 2005 quando Chris, allora 19enne, studiava alla Georgia Southern University e insieme ai suoi due amici Marcel Laverdet e Kyle Stoneman, decise di creare un worm che si replicava grazie a un exploit XSS (Cross-site scripting) tramite un campo non trattato correttamente (Websites). Il worm era in grado di fare tre cose: chiedeva l'amicizia all'account di Chris, si replicava nel profilo e cambiava la grafica del profilo dell'utente replicando fedelmente quella di MySpace.

Il worm code  si replicava di utente in utente in modo rapido e silenzioso, diffondendosi in modo virale attraverso gli amici che guardavano il profilo di qualcun altro. I tre hacker potevano così modificare rapidamente lo script principale per produrre una serie di effetti a sorpresa sugli account che passavano sotto il loro controllo. "Era un lavoro che faceva molto effetto e riarrangiava tutti i campi del profilo in sgradevoli caselle di MySpace e schemi colorati", ha raccontato Putnam. Questo li rendeva però facilmente rintracciabili. Tre rintracciabili e geniali sbruffoni. In meno di 24 ore dal rilascio del worm, Putnam venne contattato da Dustin Moscovitz, uno dei co-fondatori di Facebook.

Con la diffusione del virus gli utenti contagiati avevano cominciato subito a lamentarsi. Anche numerosi dipendenti di Facebook erano stati infettati, incluso un account interno di prova chiamato The Creator. Come ha poi spiegato Putnam, il 'creatore' non era Zuckerberg: "Ma abbiamo immaginato che anche lui fosse stato costretto a fare il punto e avesse considerato l'operazione uno straordinario successo". In meno di un giorno Putnam fu invitato da Moscovitz a presentarsi alla sede di Palo Alto di Facebook. Questo non prima di un lungo scambio di messaggi. "Il fatto che Moskovitz conoscesse la mia identità non fu una grande sorpresa dal momento che l'interazione del worm con il mio account era scontata. Anzi eravamo arrivati a fornire delle informazioni su come contattarci", ha raccontato Putman. La reazione di Moskovitz fu comunque divertita. "Hey tutto questo è divertente, ma sembrerebbe che tu stia cancellando le informazioni sui contatti dai profili degli utenti quando il worm si replica nuovamente. E così non è bello". In cambio di tanta condiscendenza, Putnam iniziò a rivelare il worm nei dettagli insieme ai punti deboli che aveva identificato nel social network. Dopo circa un mese gli fu chiesto se volesse lavorare per Facebook.

La Rete segue percorsi e colloqui di lavoro senza regole. Putnam era spaventato. In quel periodo un altro hacker era stato arrestato dopo aver fatto la stessa cosa. Un virus per MySpace, la promessa del social network all'assunzione e dopo l'invito, la prigione. "Quando arrivai alla sede, al secondo piano dovevo incontrarmi con Dustin. Ero teso ma quando la porta si aprì e trovai Moskovitz e non i poliziotti in piedi di fronte a me". Putnam fu assunto e iniziò a lavorare per Facebook pochi giorni dopo il colloquio. Oggi lavora insieme al suo amico Marcel Laverdet insieme allo staff del Social Network più famoso del mondo.

E' uno degli ingegneri del sito, partecipa regolarmente a forum da nerds assoluti, come Somethingawful.com, dove è abbastanza famoso. Le sue pagine preferite sono Facebbok (un profilo nel profilo), Facebook Engineering e una pagina sulle "uova di pasqua": easter eggs che in realtà sono un regalo segreto dentro i programmi, ovvero dei codici segreti che i programmatori inseriscono all'interno dei loro programmi e che non sono menzionati nei manuali ufficiali. In genere vengono usati dai programmatori per scrivere segretamente i loro nomi. Per vedere un easter egg bisogna conoscere delle sequenze di tasti o operazioni da compiere. Presso alcune società di software l'inserimento di queste "sorprese" è permesso. Così, tra i simpaticissimi scherzi da hacker, nella lista delle emoticon di Facebook, ce n'è una dedicata proprio a Chris Putnam, è la 'Weird face' (e si richiama digitando :putnam:). "Sarò sempre grato a Facebook e alla sua passione per gli ingegneri stravaganti e con un passato da hacker", ha raccontato l'ingegnere in un'intervista in Rete, abbastanza in superfice perché a noi fosse possibile riportarla sulla terra.

 

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sabato 26 febbraio 2011

I graffiti di Farto: scrosta l'intonaco con i petardi



Alexandre Farto, giovane artista portoghese che si fa chiamare Vhils, si è messo recentemente in luce per la sua capacità di realizzare grandi ritratti grattando l'intonaco di vecchi muri. La sua arte a quanto pare ha raggiunto un livello superiore: questo video mostra infatti come Vhils riesca ora a incidere le facciate degli edifici utilizzando piccole quatità di esplosivo posizionate con precisione millimetrica. E così, quando la polvere dell'intonaco appena saltato si dirada, il muro bianco presenta dei danni che si fa fatica a definire tali.

venerdì 25 febbraio 2011

Il mistero del chilogrammo....... pesa meno di un chilogrammo

Dal 1889 è l'unità di base conservata in un caveau a Sevres, in Francia. Adesso si è scoperto che non è immutabile. Il lingotto di platino e iridio, ha perso 50 microgrammi. E nessuno sa perché 


SEVRES (FRANCIA) - Nessuno sa esattamente perché il prototipo internazionale del chilogrammo, in lega di platino e iridio e da sempre protetto con i più rigorosi criteri, pesi meno di quando fu realizzato, alla fine del XIX secolo. "È quello che mi chiedo anch'io", dice Terry Quinn, direttore emerito dell'Ufficio internazionale dei pesi e delle misure di Sèvres, alla periferia di Parigi. È qui che il chilogrammo  -  il campione universale su cui si misurano tutti gli altri chilogrammi - è conservato, in condizioni controllate stabilite nel 1889, in un caveau sotterraneo che può essere aperto solo con tre chiavi diverse custodite da altrettante persone.

Il cambiamento, scoperto quando il prototipo è stato messo a confronto con le sue copie ufficiali, ammonta solo a circa 50 microgrammi, equivalenti alla massa di un minuscolo granello di sabbia, ma rivela che il prototipo ha fallito il suo compito primario, quello di essere un punto fermo di stabilità in un mondo di incertezza.

Questo significa, dicono gli scienziati, che è giunto il momento di trovare un nuovo modo di calcolare il chilogrammo, che gode attualmente di una definizione deliziosamente frustrante: "Un'unità di massa uguale alla massa del prototipo internazionale del chilogrammo".
Secondo Peter J. Mohr, fisico teorico presso il National Institute of Standards and Technology di Gaithersburg, nel Maryland, si tratterebbe di basare il futuro chilogrammo su una costante
fisica fondamentale e non su un oggetto incostante. "Vogliamo avere qualcosa che non cambi", dice, "per poter avere un sistema di misurazione stabile".
Il chilogrammo è l'ultima unità di misura di base che sia stata espressa nei termini di un oggetto manufatto (suo "cugino", il prototipo internazionale del metro, venne mandato in pensione nel 1960, quando gli scienziati ridefinirono la misura. Poi, la ridefinirono nuovamente nel 1983. Ufficialmente, oggi un metro è: "la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299.792.458 di secondo").

Gli scienziati hanno ora dei piani altrettanto arditi per il chilogrammo, e di fatto per molte altre unità di misura di base. Una bozza di risoluzione da presentare alla Conferenza generale sui pesi e le misure, che si svolgerà in ottobre, racchiude nuove e migliorate definizioni per l'ampere, la mole e la candela. "Sarebbe il più grande cambiamento nella metrologia da quando venne introdotto il sistema metrico durante la Rivoluzione francese", dice Quinn.

domenica 20 febbraio 2011

Londra, il grattacielo della rinascita... è italiana la torre più alta d'Europa





The Shard, disegnato da Renzo Piano, sarà pronto nel 2012. Già visibile da tutta la città, viene celebrato come il simbolo della ripresa dopo la crisi. Ma al principe Carlo non piace: "Sembra una saliera"

 

LONDRA - Lo si vede già da quasi ogni angolo della città. Ma per il momento è nudo, incompleto e non ancora del tutto cresciuto. Quando sarà terminato, nel 2012, diventerà il grattacielo più alto di Londra e di tutta Europa: 310 metri, 87 piani, un cono di luce, interamente rivestito di pannelli di vetro, che lo faranno risplendere sulla più grande metropoli del continente. A progettarlo è stato un architetto italiano, Renzo Piano, le cui opere adornano mezzo mondo, dal museo Pompidou di Parigi alla nuova sede del New York Times nella Grande Mela, vincitore del premio Pritzker, il Nobel dell'architettura, che ora mette la sua firma anche in cima, per così dire, alla capitale britannica. Un italiano sul tetto di Londra è la conferma che, per quanto ne dica il primo ministro David Cameron, il multiculturalismo è vivo e vegeto in questa città che cambia pelle in continuazione, mescolando vecchio e nuovo, antico e moderno, classico e avanguardia. E non a caso The Shard, il nome del nuovo grattacielo (alla lettera significa "coccio", "frammento"), ha messo d'accordo perfino laburisti e conservatori, fu un sindaco di sinistra, Ken Livingstone detto "il Rosso" ad autorizzare con entusiasmo la sua costruzione, è un sindaco di destra, Boris Johnson, a salutarlo adesso come "un chiaro e illuminante esempio della fiducia nell'economia di Londra".


giovedì 17 febbraio 2011

Il mulino di Escher ora è reale: ma il trucco qual è?

 


Il mulino di Escher è stato solo un gioco prospettico partorito dalla mente geniale di un grafico olandese del secolo scorso. Fino a oggi però era rimasto "fermo" sulla carta, senza trovare applicazioni reali. Uno studente tedesco ha invece dimostrato che è possibile, o almeno ha creato l'illusione che si possa fare. L'acqua sembra percorrere in salita il canale, come nella famosa incisione. Fino a qui è tutto un gioco di prospettiva, luci e posizione della telecamera. L'acqua però poi ricade davvero nella vasca da cui era partita, azionando la ruota che la rimette in circolo in un moto perpetuo. E qui cominciano le ipotesi. Naturalmente il trucco c'è, ma nessuno ancora lo sa spiegare e il geniale inventore non sembra avere nessuna intenzione di svelare il suo segreto. Nonostante le preghiere di centinaia di utenti che su Youtube hanno visto il suo video e lo supplicano di "illuminarli". La spiegazione più gettonata, al momento, poco romantica ma plausibile, è quella che degli effetti speciali, una rielaborazione del video al computer.

martedì 15 febbraio 2011

Usa, Svelata la ricetta top secret della Coca Cola





La fotografia della ricetta originale della Coca Cola scritta da un amico del farmacista John Pemberton

La ricetta della Coca-Cola è uno dei segreti commerciali più gelosamente custoditi al mondo: chiusa in un caveau di una banca americana ad Atlanta, con solo due dipendenti del colosso Usa, uno a volta, autorizzati a conoscerne gli ingredienti, è stata scoperta dal sito Usa Thisamericanlife in un giornale del 1979.
Segreto svelato, quindi, 125 anni dopo l'arrivo della Coca-Cola sul mercato, per mano del farmacista John Pemberton: il sito ha infatti rintracciato un articolo pubblicato 32 anni fa da un giornale locale di Atlanta, 'Atlanta Journal-Constitution', in cui, a pagina 28, appare la lista degli ingredienti e delle rispettive dosi. 

La ricetta sarebbe stata scritta da un amico di Pemberton, che precisa come gli ingredienti della Coca-Cola siano "aromi naturali, compresa la caffeina, insieme ad acqua gassata, zucchero, acido fosforico e coloranti". La formula riporta le dosi esatte anche delle essenze necessarie per ottenere l'ingrediente segreto della Coca Cola, indicato come '7X'. Sebbene rappresenti solo l'1% della bevanda, infatti, sarebbe proprio '7X' a conferire alla famosa bevanda il suo inimitabile sapore.
 
Il sito ha quindi chiesto allo storico Mark Pendegrast, autore di una storia della bevanda, di valutare l'autenticità del testo: "Credo sia sicuramente una versione della formula". Se dovesse risultare vera, sarebbe così stata svelata la formula segreta di uno dei marchi più prestigiosi al mondo.